Avere il seno è emozionante
Quando non stiamo bene, o anche solo temiamo di andare incontro a seri problemi di salute, le emozioni sono al centro del nostro vissuto e il nostro corpo è l’oggetto di una vita emozionale intensa e tutta interiorizzata.
Il racconto che segue è dedicato a quegli uomini che vedono il seno delle donne solo sul piano estetico e sessuale; la realtà infatti non è solo questione di “attraente/meno attraente”, per una donna il seno può essere un compagno di cui essere fiere ma anche una fonte costante di ansie e timori. Ecco, nel racconto di una amica, una sintesi del perché l’ “avere un seno” può portare -anche in casi non drammatici- un vissuto emotivo molto impegnativo lungo tutta la vita.
Avevo quasi 20 anni quando feci la mia prima visita ginecologica. Il medico prescelto da mia mamma era un dottore anziano ed era anche un bravo senologo, mi diagnosticò diversi noduli, in entrambi i seni; “niente di cui preoccuparsi” mi disse, ma mi raccomandò vivamente di tenerli sotto stretto controllo. Da allora un controllo, anche una semplice visita, l’ho fatto ogni anno per tutta la vita, il che è comunque in modo per “pre-occuparsi”.
La ginecologa a cui mi rivolgevo negli anni successivi era una forte sostenitrice dell’ecografia e sconsigliava la mammografia perché troppo invasiva; io seguii questa indicazione svolgendo i controlli solo tramite ecografie fino ai 40 anni. I noduli erano sempre là, ogni anno gli stessi di numero, e rassicuranti perché non cambiavano dimensione.
Dopo i 40 anni è consigliata la mammografia e, -contr’ordine- mi convinsero a non fare più l’eco, cosa curiosa perché contemporaneamente mi informavano che dal punto di vista diagnostico ecografia e mammografia sono esami che “vedono” cose diverse … ovvio che ti resta il dubbio… poi finisce che segui le indicazioni dei medici, perché quello non è il tuo mestiere.
La “mammo” è un ingegnoso modo per cercare i tumori; si usano radiazioni, ed esporsi a radiazioni può essere cancerogeno, infatti il tecnico che le fa per mestiere è iperprotetto; poi ti dicono che no, non è proprio così, …. certo, sarà questione di dosaggio, ma medici diversi te la raccontano in modo diverso e alla fine ti affidi alla sorte.
La “mammo” è anche un doloroso modo di cercare tumori; non so come facciano nel caso di un seno piccolo o poco sporgente, nel mio caso il seno è grande e per fare la mammo me lo tirano e schiacciano in un modo tale che qualche volta ho avuto voglia di tirare un ceffone al tecnico. Bisogna immaginare una grossa mozzarella che si cerca di appiattire come una omelette, peccato che in mezzo ci sia la ghiandola mammaria… è un po’ come strizzare le palle a un uomo.
Dopo alcuni anni decido io di testa mia di fare anche un’ecografia, grazie alla quale si scopre un “nuovo” nodulo collocato troppo in alto a destra verso l’ascella perché una mammografia possa individuarlo. Da quanto tempo è lì? Sta crescendo? Non saprò ma quando è spuntato … torno subito a fare anche le ecografie ogni anno.
Dopo la menopausa qualcosa si muove, un esame rivela che un nodulo ha cambiato dimensione, è cresciuto, alcuni altri sono doloranti; il dolore di norma non è un cattivo segnale, ma io dolori e fitte non ne avevo mai sofferti prima. Mi allarmo e sia il mio medico di base, sia una amica (che all’epoca era nel dopo-chemio per un tumore al seno) mi indirizzano allo IEO perché devo rivolgermi assolutamente a degli specialisti di tumori. Allo IEO mi vede una brava senologa, che mi monitora per due anni prescrivendomi in coppia mammografie ed eco-color, prima ogni tre mesi e poi ogni sei.
Alla fine dei due anni la situazione è dichiarata stabile, nessun nodulo si è più modificato per dimensioni o forma, non vado pià allo IEO, torno a fare i controlli in un Istituto più vicino a casa. Vengo a sapere nel frattempo che senologa dello IEO non visita più da alcuni mesi, è a casa perché ha un tumore al seno.
Continuo a fare “eco” e “mammo” con la cadenza consigliata dal Servizio Sanitario Nazionale, ora ho quasi 60 anni, ed è da 40 anni che mi tengo “sotto controllo”. All’ultima ecografia la dottoressa mi annuncia che il nodulo in alto a destra (quello da 15 anni diagnosticato dalle ecografie ma che le mammo non vedono) è sparito: “deve essersi riassorbito” mi dice con l’aria soddisfatta. Sono perplessa: credevo, le dico, che fosse proprio quel nodulo il responsabile delle fitte che sento -proprio in quel punto- da alcune settimane. Mi guarda senza espressione e poco dopo scrive sul referto “quadro invariato”… Certo, per il prossimo controllo dovrò di nuovo cambiare il luogo dove fare gli esami.