Cosa c’è dietro l’angolo?
A chi non è capitato, svoltando l’angolo di un marciapiede qualsiasi, di andare a scontrarsi contro un’altra persona? E di trasalire quando non addirittura spaventarsi? E’ a causa della sorpresa? Del pericolo di farsi male?
Forse la nostra mente “più antica” è sempre all’erta e vigile come quando vivevamo nelle savane,territori dove invero di angoli ce n’è pochini, ma la metafora dell’ignoto potenzialmente pericoloso che si presenta all’improvviso calza perfettamente.
Tutto qui? Certamente in parte è così, ma poiché nelle nostre città sono basse le probabilità che dietro l’angolo ci sia un leone affamato o un albero che sta per crollarci addosso, a me sembra che la reazione che si produce sia talvolta negativa ed eccessiva, e che quindi meriti qualche considerazione.
In definitiva, cosa rischiamo non sapendo cosa nasconde un angolo? L’esito più probabile è entrare in contatto fisico con un’altra persona.
Ma entrare in contatto ravvicinato con una persona sconosciuta mette inevitabilmente a disagio e in allarme, abbiamo bisogno di arrivarci per gradi, di avere il tempo per capire che non siamo in pericolo, e anche in quel caso lo spazio intorno al nostro corpo ci serve; non accade solo agli esseri umani, per gli animali sociali è lo stesso.
Non possiamo permetterci di essere troppo vicini al corpo di un nostro simile se non lo conosciamo, ed è perché dei nostri simili in prima istanza non ci fidiamo; la “distanza di sicurezza” è proporzionata a quanto possiamo fidarci.
Tutte le regole sui gradi di vicinanza o lontananza, che i trattati di comunicazione non verbale indicano come comportamenti sociali, alla fine sono sorprendenti proprio perché sociali, e questo ci dice quanto la civiltà umana abbia sviluppato solo parzialmente il concetto di comunità.
Lo spazio intorno a noi è “vitale” allora, ma ci serve non solo per avere il tempo di fuggire da un “altro” pericoloso, è addirittura un requisito per la bontà della nostra vita.
Ho visto uno stormo di rondini che si riposavano appollaiate su un filo, la distanza fra una rondine e l’altra era regolare al punto da sembrare incredibile e da suscitare rispetto per quelle bestiole.
A tutto il regno animale serve spazio. Questa sfaccettata e complessa magia dell’incontrare l’altro, differente da me e potenzialmente pericoloso per me anche se è come me, richiede dei perimetri più ampi del nostro corpo… forse perché la nostra anima è più grande di noi?