Figli e figliastri
E’ sorprendente scoprire quanti adulti soffrano per sentirsi figli di serie B, magari senza essersene resi conto per tutta una vita.
Accade talvolta che un genitore, di solito la madre, decida fin dai primi anni di vita dei suoi figli che uno di questi ha meno bisogno del suo aiuto/affetto/attenzione rispetto agli altri o, peggio, ne è meno meritevole.
Perché lo fa? Perché altri figli richiedono maggiore aiuto per ragioni oggettive (di salute per esempio) oppure per ragioni che risiedono nell’inconscio della madre, nel come si è sentita figlia, di solito chi ha subito un torto tende a ripeterlo.
Ma possono risiedere anche nelle aspettative del valore tra un figlio maschio ed una femmina, nel riconoscere sè stessa in un figlio in particolare. Dipende. Ogni caso è diverso ma è sempre una matassa che si può sbrogliare difficilmente senza l’aiuto dello psicologo.
Questi meccanismi scattano quando i figli sono piccoli, e poiché i bambini tendono ad accettare i ruoli che i genitori affidano loro all’interno della famiglia -anche se gravosi e del tutto ingiusti- ecco che il “figliastro” cresce sentendosi più responsabilizzato, in debito o in colpa.
Si sente in debito nel cercare di ottenere l’attenzione della madre, ma come reazione opposta al sentirsi profondamente in credito, un credito che non ha però il coraggio di vedere ed esprimere chiaramente perché capire il meccanismo è molto doloroso e altrettanto dolorosamente metterebbe in crisi i rapporti.
In ogni caso i “figliastri” imparano da piccoli che prima di loro ci sono fratelli con maggiori diritti e finiscono con l’essere principalmente loro ad accudire la madre in vecchiaia: chissà come, le abitano sempre più vicino degli altri, non sono sposati o non hanno figli, quindi “tocca a loro”.
Gli altri fratelli o sorelle, nel frattempo, hanno assimilato il ruolo inverso e ne beneficiano riuscendo raramente a “vedere” la situazione.
Qui non c’è lo spazio per approfondire, la casistica è molto vasta, ma è certo un fatto evidente che i “figliastri” spesso non riescano a realizzarsi affettivamente e ciò è un danno molto grave, quindi per venire a capo di queste situazioni lo psicologo è tanto più utile quanto prima i “figliastri” riconoscono e affrontano il problema.