IL Perturbante – parte I
C’è un termine tedesco (unheimlich ) noto per essere stato usato Freud nella sua speculazione, questa parola viene tradotta in italiano come “perturbante”.
“Perturbante” in italiano è un termine pieno di sfumature, ma la traduzione dal tedesco che ne danno i dizionari ci aiuta ad entrare in argomento perché di assoluta chiarezza: inquietante, sinistro, non rassicurante.
Parliamo quindi di esperienze caratterizzate in primo luogo da emozione sgradevole, qualcosa che tutti proviamo o abbiamo provato, fin dall’infanzia, e che vale la pena di commentare.
E’ innanzi tutto interessante l’input fornito dal termine “perturbante”: “turbare” significa modificare uno stato esistente. Parliamo quindi di un indizio che appare nel bel mezzo di una situazione che credevamo di conoscere e/o addirittura controllare, e per questo consideravamo rassicurante: una interruzione che allarma, sia essa percepita come una inquietante stonatura, un dubbio, un sospetto, sia che irrompa violentemente manifestandosi esplicitamente come pericolo.
Il cinema offre esempi da manuale del “perturbante” quando fa ad esempio uso di bambole nei film horror, oggetti che rimandano all’innocenza e alla serenità che improvvisamente si animano rivelando in vario modo il loro essere portatori di male e paura. Tutti abbiamo provato qualcosa del genere fin dall’infanzia, per questo la rappresentazione nei film di quelle “bambole malefiche” possono inquietarci così fortemente.
Ciò che ci “perturba” è un campanello che suona nella nostra testa, una percezione del pericolo che magari non vogliamo ascoltare perché proviene da una fonte che dovrebbe darci solo serenità e invece si rivela essere (anche) tutto l’opposto.
Qualche esempio?
Una parola detta da un amico che ci rivela non essere più (o mai stato) tale;
il lapsus di un amore che rivela il suo non essere fedele;
l’attimo in cui percepiamo l’intenzione manipolatoria che nasconde colui che ci sta parlando;
fino a quel lampo nello sguardo dell’orco o della strega che gli Hansel e Gratel delle favole (e anche i bambini veri) colgono capendo all’improvviso di essere perduti. Sono tutti tradimenti.
La percezione di pericolo del “perturbante” non è quella del pericolo per la nostra salute come può esserlo una scossa di terremoto: non necessariamente almeno; se i muri che dovevano ripararci non reggono, non percepiamo i muri come ostili e pericolosi.
Quello che veramente “perturba” è un pericolo intenzionale e malcelato proveniente da altri esseri, così un’intuizione e che confonde la nostra mente perché ci mette davanti alla nostra fiducia tradita, ci mostra la nostra innocenza ricambiata con l’abbandono, l’oggettificazione e l’indifferenza, pericoli mortali per la psiche di un essere umano. Per diventare adulti però l’innocenza va superata, l’imbroglio esiste e va gestito.
Ma ad essere “perturbante” non è solo questo, la vita spesso tira fuori dagli armadi i nostri scheletri che abbiamo rimosso e li mette improvvisamente davanti ai nostri occhi ….a noi che siamo così buoni, onesti, corretti…. Ma questo è un altro capitolo.