La salute innanzitutto
Gli esseri umani sulla terra spendono migliaia di miliardi ogni anno per la salute fisica, o meglio per ritornare in salute, perché se ne spendono molti meno per la prevenzione.
Non so invece quale sia la spesa per la salute mentale, cioè per l’educazione al benessere mentale e per le cure e la prevenzione di quella lunga lista di sintomi che denunciano un disagio psicologico, concetto ampio ma intuitivamente chiaro a tutti (anche se “visto da vicino nessuno è normale”, per citare Franco Basaglia): però sicuramente la spesa per ridurre questo tipo di “malanni” è certamente infinitamente più bassa.
Tutto ciò accade anche se è chiaro che la salute mentale è strettamente correlata al disagio fisico, quando non ne è addirittura all’origine. Lo stesso discorso vale anche per l’educazione alla salute alimentare, ma io per ora mi occupo solo di quella psicologica.
E’ abbastanza sorprendente come l’avanzare della ricerca medica faccia parlare a qualcuno di “psiconeuroendocrinoimmuno
Dietro un termine così lungo come quello citato c’è la ricerca immunologica che è stata costretta dall’evidenza dei risultati ad un approccio olistico, rivoluzionario per noi occidentali che -al contrario delle medicine orientali- abbiamo perseguito un approccio all’essere umano come ad un puzzle di cui si può studiare il singolo tassello.
E’ ormai chiaro che, in una auspicabile tensione alla prevenzione più che alla cura dei disastri già in atto, il lavoro di prevenzione e risanamento degli esseri umani deve tener conto dell’ambiente fisico e di tutto ciò di cui ci nutriamo: non solo cibo e aria, ma pensieri, emozioni, traumi, gioie, sofferenze, rapporti umani.