Quando sei stanco
“Ciao Doc, è successo ieri all’ingresso di un locale dove avevamo prenotato da tempo: una agitata ragazzotta che aveva la metà dei miei anni mi ha preso a male parole perché non sorridevo e non ho gradito il suo stupido pretendere che lo facessi; lei (ho saputo dopo) è la figlia del proprietario del locale, e quando le ho detto che un cliente non ride per forza e non va accolto incalzandolo, non la smetteva più, fino a dirmi che lei con me era stata carina e io invece sono una donna negativa, ha persino commentando a voce alta che non sarei stata capace di godermi la serata … ovviamente voleva anche a tutti i costi l’ultima parola. Così gliel’ho lasciata l’ultima parola perché ero stanca e non di buon umore ma, tanto per cominciare, erano fatti miei. Quello che mi ha dato fastidio è non averle tenuto testa come avrei voluto.
Poi ripensandoci, invece di arrabbiarmi con me stessa, ho capito: noi siamo animali, funzioniamo come tutti gli altri animali. I predatori aggrediscono le prede più fragili (più facili); se c’è in giro un parassita, una sanguisuga, una zecca che sta cercando un bersaglio a cui attaccarsi, per certo sceglie, va a istinto, ma sceglie. Se è così, un bersaglio non è quasi mai casuale, ha cerchi colorati dipinti addosso, anche se non si vedono con gli occhi. Se è così, la pazza ha cercato qualcuno che non avesse in quel momento la forza di assestarle un ceffone -anche solo psicologico- come avrebbe meritato. Se io fossi stata percepibile come più grintosa o anche solo più serena, probabilmente si sarebbe astenuta.
Così, oggi penso che ho solo incontrato una “dilettante allo sbaraglio” -accogliere i clienti è certamente tutt’altra cosa- o, semplicemente, una un po’ montata e maleducata a cui da ora in poi non penserò più. Però in quella situazione, il mio istinto ha funzionato così così, e questo è il punto che mi interessa: ho capito che quando ci si sente stanchi si devono fare solo le cose indispensabili, riposare non significa genericamente “recuperare le energie”, si tratta anche di mantenere intatto (o ripristinare) una sorta di scudo protettivo che gli altri percepiscono e che può essere utile quando meno te lo aspetti. Tu che ne pensi Doc?”
Sì, è così!