Sei permaloso? Scava!
Spesso chi viene definito permaloso da vicini, colleghi e parenti, viene anche giudicato un po’ superbo, supponente, uno che si offende facilmente perché non accetta lo scherzo, lo sfottò, non vuole sentirsi toccare verbalmente perché si sente superiore, un pallone gonfiato forse? …. ma non è affatto così. Chi reagisce in difesa appena viene toccato lo fa perché si sente intaccato.
Il termine “coda di paglia” usato in questi casi indica un’appendice di poco valore, che si incendia e distrugge facilmente, ostentata dal possessore come un ricco strascico? Questa espressione non rende giustizia ai permalosi che non hanno affatto uno strascico, forse cercano di darsi un tono- questo sì-, ma cercano solo di mascherare una profonda insicurezza.
Un’altra espressione molto più azzeccata è che costoro hanno la “pelle sottile”, cioè un sensibilità acuta (una suscettibilità appunto) a ciò che gli altri pensano o dicono di loro.
E non è presunzione: i permalosi sono persone per lo più cresciute in ambienti che hanno dato poche certezze, che non hanno dato loro la sicurezza di una collocazione nei primi rapporti interpersonali, di una identità consapevole, e un giudizio positivo su sé stessi. A loro è stata negata quella solidità interiore che rende indipendenti dal giudizio altrui. Per questo sono così sensibili ai commenti e ai giudizi degli altri, gli “altri” forniscono gli elementi con i quali una identità perennemente in discussione di confronta.
Se vi dicono quindi che siete permalosi, cominciate a scavare con metodo in voi stessi, e fate tutto quanto potete per consolidare le vostre fondamenta, quelle che non vi hanno dato abbastanza forti quando era il momento; fra gli psicologi si può trovare il giusto aiuto: non si riuscirà mai a rimediare completamente ad un lavoro mal fatto dagli adulti che se ne sono occupati quando il bambino è diventato permaloso, ma i materiali di consolidamento sono tanti e funzionano. Si può fare!