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Traslocare è traumatico

Traslocare è traumatico

Cambiare casa può essere un tema molto, molto complesso, e non parlo degli aspetti pratici. Traslocare può essere una festa, se significa allontanarsi da una situazione indesiderata, e soprattutto se significa andare verso ciò che abbiamo “sempre sognato”.

Capita invece molto spesso che il cambiamento sia una necessità , un obbligo, una scelta che facciamo accettando un compromesso, oppure che ci porta tanto distante da dove eravamo prima, e non solo nello spazio. La fase che si apre ci chiede allora di affrontare molte parti di noi che sembravano consolidate e tranquille.

In termini simbolici la casa in qualche modo rappresenta il nostro “centro” o baricentro, le nostre radici e la nostra identità psicologica.

Il “portato” psicologico dei significati di una abitazione è amplissimo e difficilmente sintetizzabile se non per cenni.

La casa è il luogo dove si sono vissuti gli affetti più importanti, dove si è trovato riparo, dove probabilmente ci si sente al sicuro.

Si dice che è CASA se è un riferimento (anche se non del tutto positivo) e un punto di orientamento: è il centro delle nostre personali coordinate spaziali e psicologiche quando la lasciamo per andare nel mondo, per un lungo viaggio o per un breve spostamento … vicino a casa, lontano da casa, famigliare, estraneo, noto, sconosciuto …

Non si tratta solo del senso di sicurezza che è implicitamente dato dalla famigliarità dei muri, degli oggetti, del vicinato, delle abitudini, della strada per rincasare; tutte cose che inconsciamente rassicurano anche i bambini.

E’ invece il ricordo ciò che per gli adulti rende struggente cambiare casa: la casa è un pezzo della nostra storia, brutti ricordi di cose non risolte e bei ricordi che danno malinconia perché si allontanano. Una casa simboleggia la famiglia, persino per chi una famiglia non ce l’ha.

La casa è quanto di più vicino psicologicamente al tempo che passa, sia che si tratti della vecchia casa di famiglia o di un acquisto recente.

Tutto questo crea necessità di una consistente elaborazione del cambiamento. E inoltre questo distacco è massimamente complicato quando si tratta di bambini per i quali la casa da cui si allontanano è spesso l’unica che hanno conosciuto.

Una fase critica, al punto che, pur in una situazione complessivamente serena, il trasloco è annoverato fra gli avvenimenti che possono essere causa di un vero e proprio trauma dell’infanzia; se i genitori non ce la fanno da soli a ricomporre l’equilibrio in tempi brevi, è chiaro che l’incontro con uno psicologo è la strada migliore, e non solo per il bambino.