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Voglia di cambiare e paura di farlo

Voglia di cambiare e paura di farlo

Voglia di cambiare lavoro, casa, partner, o semplicemente guardaroba…

Gli esseri umani hanno bisogno di stimoli, e periodicamente sentono il bisogno di cambiare o rinnovare qualcosa.

Perché ne sentiamo il bisogno? Cosa succede quando ci annoiamo?

Tra le forme di nutrimento di cui gli esseri umani hanno bisogno c’è l’apprendimento, lo sviluppo di connessioni neuronali, l’ampliamento degli orizzonti attraverso la comprensione della realtà intorno.

E’ anche così che cresciamo in consapevolezza. E la noia sopraggiunge quando la naturale curiosità non è più alimentata, quando non impariamo più in quello che facciamo, nella situazione che viviamo, e l’orizzonte si chiude.

Ma abbiamo anche bisogno di proiettare progetti e immagini della nostra vita (e quella che abbiamo di noi stessi): ecco perché anche cambiare guardaroba o arredi ha una analoga valenza.

Certo: cambiare è difficile, sono pochi i temperamenti che vanno incontro alle novità con incrollabile entusiasmo ed ottimismo; in genere gli esseri umani sono istintivamente resistenti al cambiamento e maggiore è la variazione necessaria, maggiore può essere la resistenza, anche se in cuor nostro sentiamo che qualcosa si è arenato.

Ancor più se lo status quo offre delle garanzie, e sappiamo che di solito l’inerzia e le abitudini ne offrono molte.

“Si sa quello che si lascia e non ciò che si trova”

dice il proverbio: è noto il senso di sicurezza che si può sperimentare in rapporti decotti che falsamente proteggono dalla solitudine e in lavori che non appassionano più o non hanno mai appassionato.

Ovviamente spesso c’è un aspetto, per lo più economico, che determina l’immobilità, ma non si può non osservare che le situazioni di compromesso generano insoddisfazione cronica, e preludono come minimo nevrosi .

Ma quando questi vincoli non ci sono, l’alternativa può fare ugualmente paura perché è appunto “altra”, è diversa e inesplorata, come l’etimologia della parola garantisce, e quindi facilmente l’esigenza viene negata, lasciandola degenerare.

La situazione migliore si crea proprio quando non si nega fin dall’inizio la piccola percezione che un cambiamento sta per rendersi necessario, se ne prende consapevolezza e ci si prende da subito cura di questa esperienza: fatta all’inizio, anche una piccola variazione alla barra del timone può essere utile a correggere la rotta, rilanciando la vita e bypassando una crisi prima che diventi dolorosa.