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Come si licenzia oggi

Come si licenzia oggi

Fino ad alcuni anni fa, quando una azienda decideva di lasciare a casa del personale, lo faceva seguendo regole precise, tipicamente dettate da contratti di lavoro condivisi. Queste regole venivano seguite da entrambe le parti, al di là della fattispecie in cui il licenziamento avveniva e dei rapporti esistenti fra le persone implicate.

I livelli più alti, non così tutelati dai contratti come le posizioni inferiori, avevano buone probabilità di ottenere una significativa contropartita se accettavano di lasciare l’azienda di buon grado senza farle causa. Così, non era insolito che per evitare cause legali, l’azienda chiamasse il licenziando per comunicargli che era necessario ridurre l’organico e che se avesse accettato la cosa era disponibile per lui una “buona uscita” pari a molti mesi di stipendio. Erano anche altri tempi, trovare un nuovo lavoro era cosa possibile.

Ora i dirigenti licenziati affollano gli studi degli psicologi: “Rientravo dalle ferie pieno di energie –mi racconta uno di loro- mi piace lavorare e ho sempre lavorato con impegno, ho trovato all’ingresso dell’azienda il capo della sicurezza che mi ha detto di consegnargli il telefono aziendale , il portatile e le chiavi della macchina. Gli ho chiesto di dirmi che cosa fosse successo, in fondo è un collega. Mi ha risposto di non discutere, non mi ha lasciato neppure salire in ufficio a prendere gli oggetti personali, sono venuto via che non riuscivo a respirare per l’angoscia, mi hanno trattato come se fossi un delinquente”

Oggi si licenzia dando angoscia e le “buone uscite” sono denaro che viene risparmiato. “Allontanato come un delinquente”, cioè come un colpevole, è l’espressione-chiave. Un simile trattamento toglie sicurezza, nell’immediato ti fa pensare di aver compiuto un grave errore, di aver recato un danno all’azienda e per di più di essere così stupido da non essertene neppure accorto. Tutto intorno è un muro di gomma, non ci sono state spiegazioni da parte della Direzione e anche i colleghi davvero sanno niente. Sarà difficile spiegare alla famiglia e agli amici quello che non hai capito nemmeno tu, del resto se ti trattano così male forse un motivo ci sarà … e così via. L’autostima, a qualsiasi livello si trovasse prima, riceve un colpo fortissimo. L’introito mensile è sparito di colpo, il mutuo e le spese della famiglia no e a queste spese si aggiunge subito il costo di un avvocato da contattare urgentemente per chiedere aiuto. Si perde il sonno e l’energia, perché si cerca di trovare una spiegazione razionale a qualcosa che razionale non è.

Bisognerebbe poter argomentare, spiegare, discolparsi. Sì ma da che cosa? Da quale accusa?