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Riti di passaggio

Riti di passaggio

Gli psicologi da sempre dividono con gli antropologi l’attenzione ai riti di passaggio. Di cosa si tratta?


Ci sono momenti della vita che vengono vissuti come di fondamentale importanza in tutte le culture e che tutte le culture e tutte le epoche, ognuna a suo modo, celebrano accuratamente.

Sono i momenti della nascita, la presentazione del bambino alla comunità, la pubertà, il matrimonio, ogni tipo di iniziazione e, infine, la morte.

Tutti questi sono avvenimenti sociali fondamentali per tutta la comunità umana. Vengono celebrati con cerimonie e feste, occasioni che, se anche ai giorni nostri sono banalizzate, “tecnicamente” sono e restano riti.

Al giorno d’oggi ne abbiamo perso i significati originari, ma gli esseri umani dei riti di passaggio hanno bisogno, ed è per questo che si trovano in ogni tempo o in ogni civiltà.

E’ il bisogno di condividere ed esplicitare il cambiamento, sottolineare il passaggio (appunto) da una condizione ad un’altra, marcare il tempo che passa.

La vita umana è sperabilmente un processo evolutivo, una continua trasformazione in cui l’individuo e il gruppo sono accomunati; il prima e il dopo non possono essere uguali, l’essere umano ha bisogno di ricordarlo a sé stesso e agli altri: fa parte del bisogno di un senso che attribuiamo alla nostra vita.