Vi storpiano il nome? Una ragione c’è
In generale i diminutivi e i vezzeggiativi sono una manifestazione di affetto, ma se vi disturbano forse il rapporto con chi li usa non è così buono, e se che li usa è al corrente che vi danno noia -ma insiste- il rapporto certamente non è buono, vi sta mancando di rispetto, anche se condisce l’aggressività con larghi sorrisi.
E se il nome viene del tutto sostituito con quello di un altro? Se a chiamarvi con un nome non vostro è un gruppo di persone, “amici” o colleghi, e non si tratta di un affettuoso diminutivo, potrebbe rivelare del mobbing “in arrivo”.
A tutti è capitato di sbagliare ripetutamente il nome di qualcuno, è capitato recentemente ad una mia paziente che, abituata a chiamare il marito “tesoro”, un giorno lo ha chiamato Angelo anziché Antonio. Angelo è il collega con cui lei lavora gomito a gomito 8 ore al giorno … dal putiferio che ne è derivato ha cercato di uscire appellandosi alla forza dell’abitudine, ma è proprio questa la ragione? Forse il collega Angelo è un tipo affascinante? O forse con il collega c’è una sintonia che si vorrebbe avere anche con il marito Antonio? O forse ancora il nome Angelo è legato ad una persona che a lei è -o è stata- particolarmente cara?
I nomi delle persone non sono solo etichette identificative. “Homen nomen” dicevano i latini. Il nome con cui veniamo identificati alla nascita o con cui siamo da sempre abituati ad essere chiamati è parte di noi, o meglio “siamo noi”, entra nelle nostre cellule e diventa parte della nostra identità profonda.
Se ci chiamano con un altro nome non ci voltiamo perché “non siamo noi”, stanno parlando a qualcun altro.
Il caso più intrigante si manifesta proprio con il lapsus, quando una persona che ci conosce bene modifica il nostro nome ripeturamente: per ragioni tutte da indagare vi chiama con il nome di un altro. Cosa c’è dietro? Perché le madri che hanno almeno due figli li chiamano sempre sistematicamente con il nome dell’altro figlio, pur correggendosi immediatamente dopo? E’ un modo inconsapevole per comunicare che “non intende fare distinzioni” fra i suoi figli? La casistica è ampia e nota a tutti.
E’ normale che gli esseri umani, nell’aggirarsi in questo mondo, proiettino continuamente sugli altri i loro desideri, le fantasie, i ricordi piacevoli e non. Però, se vi chiamate Sandra e qualcuno vi chiama da mesi Silvia, se vi chiamate Gianluca e per qualcuno siete sistematicamente Giancarlo, aguzzate le antenne: sotto sotto, anche se vi sorride, potreste ricordargli qualcosa di spiacevole, potrebbe essere in contrasto per motivi che non esprime, potrebbe … potreste non piacergli!