Viva Barbie!
Fare un po’ di pubblicità alle cose positive non guasta mai. Parlo di una bambola di ormai quasi 60 anni, nata con l’aspetto delle “signorine grandi firme”, il modello femminile di grande successo nato negli anni trenta sotto il fascismo, gambe irrealisticamente lunghe, vitino di vespa, grandi seni, occhi indelebilmente truccati e capelli lunghi e vaporosi: si chiama Barbie.
Un prodotto di grande successo, forse la bambola più venduta al mondo ma con fattezze “diseducative”. Lo possiamo dire ora che siamo un po’ più attenti, ma anche negli anni ’70 le femministe se ne sono certamente accorte.
Perché le donne vere non sono così, Barbie è nata proponendo un modello che mortifica il femminile riducendolo solo a curve vistose; poi, dalla fine degli anni ’90, l’azienda fabbricante ha cominciato a produrre una Barbie con meno seno e con busto e bacino dalla forma più simili a quelli di una ragazza reale.
Solo ai disattenti può sfuggire il fatto che un giocattolo ha un enorme valenza sulla psiche infantile: apre mondi, permette di sperimentare fantasie e offre modelli da adottare. Ecco appunto: modelli. Anche un modello inadeguato può avere successo, essere molto venduto e concorrere a fare molti danni. Massimamente una bambola che non ha fattezze da neonato ma da giovane donna, ciò che la bambina che ci gioca sta per diventare.
Le nuove strategie dei produttori più evoluti stanno cambiando e per loro il ruolo educativo del giocattolo è finalmente diventato centrale. Recentemente la casa che fabbrica Barbie ha fatto diversi passi in questa direzione e la General Manager della sede italiana, una donna, ha spiegato la nuova strategia aziendale parlando di una nuova epoca della linea Barbie, progettata “per ricordare ai genitori di oggi che, attraverso il potere dell’immaginazione, Barbie permette alle bambine di esplorare il loro potenziale illimitato”.
Il video che riporto e che illustra la nuova strategia merita assolutamente di essere visto; l’amica che me lo ha segnalato, che di Barbie è coetanea e con Barbie ha giocato a lungo, mi ha confidato di essersi commossa quando lo ha visto … ci credo: ci credo perché mi ha detto che avrebbe voluto vedere quel video quando era bambina. Buona festa della donna!